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Cosa facciamo

MANIFESTO

Nell’ultimo anno abbiamo lavorato alla scrittura di un manifesto per chiedere un mondo della musica femminista e intersezionale. Ci siamo rese conto della necessità di un documento che non solo individui le problematiche da affrontare, ma che proponga anche soluzioni pratiche e metta in luce realtà virtuose già esistenti. Crediamo sia importante agire collettivamente, perché non è né responsabilità né potere del singolo cambiare le cose nel mondo della musica. Per approfondire, clicca qui

EVENTI

Ci occupiamo anche di fare divulgazione sui temi del femminismo intersezionale all’interno dell’industria musicale.

Se vuoi invitarci ad un evento scrivici a lacantautrice@gmail.com

ARCHIVIO CANTAUTRICI

Sulla nostra pagina instagram @lacantautrice, raccogliamo biografie di cantautrici emergenti che stanno cercando di farsi spazio nel mondo della musica. L’idea è nata in risposta alla tendenza di non chiamare mai le cantautrici nelle line up, dimostrando che in realtà le artiste ci sono!

Se sei una cantautrice emergente e vuoi entrare nel nostro archivio pubblico, mandaci una mail a lacantautrice@gmail.com con:

  • una tua breve bio

  • tre consigli di tue canzoni (ci bastano i titoli)

  • una tua foto

  • il link al tuo canale Spotify

  • il tuo nickname di Instagram

    Per quanto riguarda la bio, i titoli delle canzoni e il nickname di Instagram ➡️ mandaci tutto direttamente come testo nella mail!

GRUPPO AUTOCOSCIENZA

A inizio 2023 abbiamo sentito la necessità di unirci per parlare e condividere le nostre vite professionali nel mondo della musica. Si è creato così un gruppo di autocoscienza per artiste e addette ai lavori del settore musicale con lo scopo di supportarsi e fare rete su tutto il territorio nazionale. Attualmente il gruppo è privato per permettere di mantenere uno spazio safe! Se vuoi entrare scrivici su instagram.

STAMPA

Intervista per ROBA DA DONNE per raccontare il progetto del Manifesto, clicca qui

Un articolo scritto con Equaly e il collettivo Fluidae sulla questione dei festival “inclusivi” e del pinkwashing, per leggerlo clicca qui

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